Cambiare alimentazione è forse una delle cose più difficili da compiere.

Anche quando la motivazione è alta e la volontà solida,  capita di trovarsi di fronte a difficoltà che possono minare il nostro percorso di cambiamento.

Vediamo di capire quali possono essere queste difficoltà e come superarle.

Le difficoltà:

  • Ingredienti nuovi e abitudini dure a morire
  • Volere tutto subito!
  • L’eccesso di perfezionismo
  • Il tempo
  • L’eccesso di aspettativa
  • La delusione dei primi “insuccessi”
  • Le voglie
  • I sintomi di eliminazione
  • Dimenticare perchè lo facciamo
  • Le tentazioni al supermercato
  • I famigliari che non collaborano
  • Le cene con gli amici

Come superare le difficoltà

Ingredienti nuovi e abitudini dure a morire

Ippocrate diceva che “Le vecchie abitudini, anche se cattive, turbano meno delle cose nuove e inconsuete. Tuttavia, talvolta è necessario cambiare, passando gradualmente alle cose inconsuete.”

E’ normale lasciarsi “spaventare” da ingredienti sconosciuti o da un modo di cucinare diverso da quello a cui siamo abituati da una vita. L’essere umano è un animale abitudinario che si sente al sicuro all’interno di un “terreno conosciuto e consolidato negli anni”.  E’ normale sentrsi spaesati, proprio come ritrovarsi all’estero e non parlare bene la lingua.

Accettando con serenità questo naturale aspetto dell’essere umano, possiamo pian piano superarlo.

Come? Introducendo le novità gradualmente, una per volta. Piuttosto che cambiare tutto di colpo, proviamo ad introdurre un ingrediente per volta, ad esempio, introdurre la pasta integrale. Poi dopo qualche giorno o qualche settimana, provare ad introdurre il riso integrale e magari il miso per salare i minestroni. Pian piano gli ingredienti nuovi diventeranno nostri amici ed entreranno a far parte delle nostre abitudini, quindi della nostra zona di comfort. In questo modo non li vivremo più come qualcosa di nuovo e stressante.

Cambiare un’abitudine richiede tempo e un po’ di fatica i primi giorni. Sembra che per “modificare il programma nel cervello” ci vogliano 3-4 settimane. Ma passata questa fase iniziale in salita, sarà tutto in discesa. 🙂

Volere tutto subito

Come scriveva Lao Tse: “Un viaggio lungo mille chilometri inizia con un piccolo passo”, quindi non possiamo pensare di attuare un cambiamento repentino del tipo “tutto subito”, nè avere risultati eclatanti in pochi giorni, perchè è irrealistico. La stessa macrobiotica è un viaggio, che dura tutta la vita. Un viaggio per scoprire, capire, imparare, sbagliare, sperimentare, rimettere tutto in discussione. Un passettino alla volta è il sistema migliore per avere successo.

L’eccesso di perfezionismo

Questo è uno dei nemici peggiori del cambiamento alimentare, ma in generale di qualsiasi cambiamento o miglioramento vogliamo apportare alla nostra vita. L’atteggiamento “O tutto o niente” diventa un limite a volte insuperabile. Liberiamoci dell’idea di essere perfetti, di mangiare in modo perfetto, perchè non è realistica e ci crea solo ansia e frustrazione, guidandoci pian piano al fallimento.

Migliorare non significa puntare alla perfezione, ma modificare abitudini dannose introducendo pian piano delle abitudini benefiche, anche con qualche “scivolone”, anche senza fare tutto ” a modino”.

Voler fare sempre tutto bene rischia di farci vivere il cibo con ansia e preoccupazione. Invece il cibo deve essere fonte di piacere e di gioia. Il segreto sta nel trovare l’equilibrio creando piatti sani, ma gratificanti e alternando momenti in cui ci sforziamo un po’ di più nel creare un piatto sano e momenti in cui accettiamo dei compromessi.

Il tempo

Cambiare alimentazione in meglio richiede necessariamente del tempo da dedicare in cucina. Non si scappa…un cibo sano va cucinato!

Ma con una buona organizzazione e tenendo fuori il perfezionismo, possiamo farcela anche lavorando tutto il giorno.

Come? Preparando in anticipo. Ad esempio, un cereale in chicco lessato può essere conservato in frigorifero per ben 5 giorni! Un legume 3-4 giorni. Certo, cucinare tutto al momento sarebbe meglio, ma se non abbiamo tempo possiamo accettare dei compromessi comunque sani, comunque migliori rispetto ai cibi industriali.

L’eccesso di aspettativa

A volte mi capita di ricevere in consulenza delle persone che si aspettano di risolvere dei problemi di salute che si trascinano da decenni, in poche settimane. O di vedere grossi cambiamenti in pochi giorni. Non è realistico! Ci sono voluti decenni per creare una situazione di ristagno, di accumulo e di squilibrio e dobbiamo dare tempo al nostro corpo per risolverla.

La bella notizia è che non ci vuole poi così tanto tempo! Nel giro di 10 giorni la qualità del sangue cambia, quindi possiamo già avvertire un senso di leggerezza e di maggiore energia.

In qualche settimana dovrebbero migliorare il sonno, la digestione e la funzionalità intestinale.

Nell’arco di qualche mese dovremmo vedere migliorare problematiche più profonde come disturbi cutanei, allergie, ecc. e se dobbiamo dimagrire dovremmo vedere la lancetta della bilancia scendere di un paio di chili.

C’è anche un altro aspetto da considerare riguardo l’eccesso di aspettative. A volte ci sopravvalutiamo! Facciamo un esempio: se abbiamo passato gli ultimi 10 anni a sfogare lo stress sul cibo e sui dolci, non possiamo pensare di smettere di farlo in pochi giorni. Ci vorrà del tempo. Possiamo però, nel frattempo, provare a gestire questo problema in modo più sano, ad esempio sfogando la voglia di dolce su dolci leggeri (senza farina e zucchero e a base di agar agar) come questo.

La delusione dei primi “insuccessi”

Nonostante la forte motivazione e le migliori intenzioni dobbiamo mettere in conto il momento in cui avremo un cedimento. Lo “scivolone” è normale e non va vissuto con un senso di fallimento o di ansia. Non avremo “buttato al vento” tutto il lavoro fatto fino ad ora. Si cade e ci si rialza. 🙂 Non lasciamoci abbattere!

Le voglie

Per controllare la fame nervosa, la voglia di dolci o di qualsiasi altro cibo problematico che abbiamo deciso di evitare o ridurre, è utile prepararsi un brodo a base di cipolla, zucca, carota e verza. Si fa bollire 20 minuti senza sale e si beve anche più volte al giorno. Si può anche preparare un thermos da portarsi al lavoro. 🙂

Per la sola voglia di dolce è efficace anche una semplice tazza di succo di mela caldo.

La bella notizia è che pian piano le voglie si attenuano e diventa più facile!

I sintomi di eliminazione

Quando si migliora l’alimentazione il corpo inizia a “buttare la spazzatura” attivando vie di eliminazione di vario tipo. Questa fase eliminativa può farci sentire stanchi per qualche giorno, può scatenare un mal di testa, far saltar fuori qualche foruncolo, un raffreddore, ecc.

Tutto questo va accolto come parte del cambiamento e si risolve solitamente in pochi giorni. Ovviamente se si presentano sintomi debilitanti o pericolosi, va consultato il medico.

Dimenticare perchè lo facciamo

Ho notato che capita un po’ a tutti: dimenticare cosa ci ha spinto al cambiamento. Eppure, ricordarsi perchè cambiamo alimentazione è essenziale per mantenere alta la motivazione. Ogni giorno o almeno una volta a settimana dovremmo fermarci un attimo e ricordarci cosa ci ha spinto a cambiare.

Le tentazioni al supermercato

Il supermercato è un luogo dove ci troviamo di fronte ai nostri peggiori incubi culinari…il segreto è quello di andare a fare la spesa a stomaco pieno (con la fame la forza di volontà si azzera) e portarsi una lista della spesa molto precisa. E quando i cibi più dannosi ci chiamano come le sirene, ricordiamoci che “Ogni uomo è re quando sa signoreggiare se stesso”.

I famigliari che non collaborano

Questa è una difficoltà che mi viene riferita in particolare delle donne che ogni giorno mettono a tavola mariti e figli. Bisogna considerare che chi non ha una sua propria motivazione personale al cambiamento alimentare, non può capire perchè rinunciare a tante cose buone….è normale.

Quindi come fare? Credo che il segreto per conquistare la famiglia sia quello di iniziare a proporre piatti golosi e simili a quelli soliti.

Magari non saranno “perfetti”, ma potrebbero rappresentare un inizio di apertura al nuovo. Solitamente se un cibo è buono viene apprezzato da tutti, indipendentemente da ciò che contiene o…non contiene…;)

Quindi non partiamo con piatti “estremi” che stravolgono le abitudini. Ad esempio, se in famiglia c’è l’abitudine della pasta al pomodoro, non passiamo direttamente al riso integrale con le verdure!

Facciamo un passaggio graduale, ad esempio, si potrebbe iniziare semplicemente a sostituire la pasta classica con quella integrale, lasciando il sugo al pomodoro. Poi gradualmente si potrebbe iniziare a proporre un sugo diverso, magari di verdure.

Il risotto con il riso brillato verrà perfetto anche con il riso semi integrale. La torta della colazione verrà bene anche con una farina semi integrale, un latte vegetale e un dolcificante meno raffinato come lo zucchero di canna integrale. Ci sarà sempre tempo in futuro per i dolci più leggeri dolcificati con malto o frutta.

Se la famiglia è abituata alla lasagna al ragù, proviamo a cucinarne una versione più leggera e integrale. Come? Usando lasagne integrali senza uova, preparando una besciamella vegetale, cucinando un ragù con il seitan o il tempeh oppure proponendo una lasagna alle verdure o al pesto.

Pian piano si va lontano! 🙂

Le cene con gli amici 

Niente panico! C’è la soluzione! 😉

Una cena a casa di amici è facilissima da gestire, basta portare qualcosa di goloso, che possa essere condiviso e apprezzato anche da chi mangia in modo “tradizionale”.

Un esempio? Una torta salata conquista sempre tutti. E per il dolce? Consiglio sempre i miei famosi tartufini al cioccolato. Risultato garantito.

In questo modo potremo toglierci la fame con le cose che abbiamo portato da casa e limitarci a qualche piccolo assaggio del resto, ma contemporaneamente avremo conservato l’aspetto sociale della condivisione del cibo. 🙂

Concludo con una bella frase di Henry Ford: Gli ostacoli sono quelle cose spaventose che vediamo quando distogliamo gli occhi dalla meta”.

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7 Comments

  • Trackback: Ventuno giorni per rinascere | La Via Macrobiotica
  • Pubblicato 9 Maggio 2018 14:09 enza 0Likes

    Ciao Dealma,
    complimenti per questa lista! coglie tutte le difficoltà di chi si trova a intraprendere un percorso di trasformazione (e direi non solo alimentare!). Per mestiere (sono una Professional Organizer) mi ritrovo spesso a consigliare alle persone alcuni dei tuoi stessi suggerimenti: cercare di abbandonare il perfezionismo, andare a fare la spesa con una lista (e non a stomaco vuoto), programmare il menu settimanale per guadagnare tempo ed evitare gli sprechi, etc).
    è sempre un piacere leggerti!
    enza

    • Pubblicato 14 Maggio 2018 08:26 Dealma Franceschetti 0Likes

      Grazie Enza! Mi fa piacere sapere che anche tu consigli questi accorgimenti applicati anche ad altro. 🙂

  • Pubblicato 9 Maggio 2018 10:42 Elena 0Likes

    Ciao Dealma grazie per riportarci sempre con I piedi per terra. Ho eliminato piano piano gli ingredienti problematici, prima la carne ,poi i latticini , le farine raffinate,caffe’…ma è stato quando ho drasticamente tolto lo zucchero che non accuso più mal di testa, bruciori di stomaco e tanta stanchezza. La cosa interessante e’ che quelle brioche del bar e compagnia ,mi sembrano cartone , quando per altri sono tentatrici.Sono orgogliosa e contenta dei progressi . Un caro saluto con stima

    • Pubblicato 14 Maggio 2018 08:25 Dealma Franceschetti 0Likes

      Ciao Elena, bravissima. Mi fa davvero piacere vedere come il corpo è sempre un grande maestro. Continua ad ascoltarlo. 🙂

  • Pubblicato 8 Maggio 2018 16:00 ALESSIA 0Likes

    Grazie Dealma, articolo utilissimo che coglie davvero tutti gli aspetti circa le difficoltà che sto incontrando con il cambio di alimentazione. Al momento trovo difficoltà soprattutto nella gestione dei pasti fuori casa: da amici / conoscenti / parenti per i pregiudizi che ancora troppa gente ha verso chi non mangia “standard” e al ristorante o similari perché alla fine riesco sempre a fare errori, dando per scontato troppe informazioni sulla composizione dei vari piatti. Quindi alla fine mi trovo a mangiare cibo che nn è proprio quello che vorrei (polpette di miglio ..sì ma fritte , verdure grigliate che si rivelano solo peperoni e melanzane …quindi solo solanacee, pane ai cereali fatto con farina 00 come primo ingrediente ecc..)
    Pazienza, credo che sia tutta esperienza…L importante è nn fare sempre gli stessi errori.
    A presto.
    Alessia

    • Pubblicato 8 Maggio 2018 17:24 Dealma Franceschetti 0Likes

      Ciao Alessia, non preoccuparti troppo, quando si mangia fuori basta cercare di scegliere “il male minore”. 🙂

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