Quando ho davvero poco tempo, cuocio insieme il cereale con le verdure, soprattutto se si tratta di cereali che cuociono velocemente come l’amaranto, la quinoa o il miglio.
Mentre era già tutto in pentola mi è venuta voglia di aggiungere delle foglie verdi, così le ho preparate a parte, ma si possono mettere insieme al resto fin dall’inizio.
Le foglie verdi sono d’aiuto al fegato, soprattutto in questo periodo, quando non è sostenuto dalle energie esterne come avviene invece in primavera.
E’ bene introdurle quotidianamente almeno ad uno dei due pasti, per aiutare il nostro fegato durante tutto l’inverno.
Ingredienti
Per 2 persone:
- 150 g di amaranto italiano
- 400 ml di acqua
- 2 carote
- 5-6 foglie di cavolo nero
- olio extravergine d’oliva
- 3 cucchiai di salsa di soia (shoyu o tamari)
- 1 pizzico di sale marino integrale
- 1 spicchio d’aglio (facoltativo)
- gomasio
In una pentola metti l’amaranto con le carote pulite e tagliate a pezzettini.
Aggiungi l’acqua e una presa di sale e porta a bollore.
Cuoci coperto per 15 minuti.
In una padella fai rosolare il cavolo tagliato fine con l’aglio, 1 cucchiaio d’olio e un pizzico di sale.
Aggiungi un po’ d’acqua se serve per non bruciare.
Aggiungi 2 cucchiai di salsa di soia e cuoci finchè sarà tenero.
A fine cottura dell’amaranto aggiungi 1 cucchiaio d’olio, 1 cucchiaio di salsa di soia, mescola, spegni la fiamma e lascia riposare coperto 10 minuti.
Servi l’amaranto con il cavolo nero e una spolverata di gomasio.
Buon appetito!
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Avrai forse notato che nel mio blog non ci sono annunci pubblicitari.
E’ una precisa scelta, perchè quel tipo di annunci è generico e automatico, quindi non mi permette di scegliere quali aziende valorizzare e quali no.
In questi anni ho ricevuto moltissime richieste da parte di agenzie pubblicitarie per inserire annunci, ma ho sempre rifiutato, rinunciando a un certo introito.
Il mio blog nasce per divulgare un messaggio ben preciso e una “cultura” alimentare ben precisa, anche etica, nei confronti degli animali, del pianeta e dei lavoratori.
Così, per cercare di sostenere le spese del blog e il lavoro che richiede, ho scelto la partnership con Macrolibrarsi perchè mi permette di scegliere quali aziende e prodotti far conoscere, che sono quelli che uso io in prima persona.
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17 Commento
Ehm…diciamo che devo aver sbagliato qualcosa! Ho inserito insieme anche il cavolo nero senza correggere di acqua e mi è venuta una via di mezzo tra una zuppa troppo densa ed uno sformato troppo acquoso! Il sapore è buono, ma non so come servirlo! Se mettessi un po’ di fioretto e un po’ di farina di mandorle e mettessi al forno? Possibile? Grazie.
Ciao Emanuela, tranquilla che tutti sbagliamo! Anche io! Si potresti provare, oppure aggiungi acqua e lo trasformi in minestra. 🙂
Mi sa che opterò per la minestra…se ci sarà una prossima volta! Diciamo che come prima esperienza con l’amaranto non mi ha fatto impazzire…preferisco il miglio…quello sì che è stata una bella scoperta!
Ciao Emanuela, si è vero, l’amaranto non è quella gran meraviglia, non piace molto neanche a me, infatti ormai lo faccio “sparire” nei passati di verdura. 🙂
mi è stata riscontrata un’intolleranza al lievito naturale e perciò dovrei evitare anche ingredienti fermentati come la salsa di soia ( anche se a me piace, sigh ). come posso sostituirla per insaporire?
Ciao Elena, il sapore della salsa di soia è insostituibile. Puoi salare però con il sale marino integrale.
Fatto mercoledì scorso mettendo il miglio invece dell’amaranto e aggiungendo anche un po’ di zucca tagliata a pezzettini e fatta cuocere con il resto. Sublime!
Brava! 🙂
Ciao Dealma, l’amaranto mi rimane sempre colloso, difficile da separare a meno che non lo metta in una vellutata. Sbaglio in qualcosa?
E’ vero che chi ha problemi di tiroide dovrebbe evitare la soia e i suoi derivati ed anche l’avena?
Grazie e buona giornata
Ciao Luisa, l’amaranto ha sicuramente una consistenza un po’ particolare, ma cuocendo con la giusta quantità d’acqua e lasciandolo riposare 10 minuti a fine cottura, non dovrebbe risultare troppo colloso, soprattutto se mescolato con delle verdure. La soia ha un leggero effetto inibitore sulla tiroide, quindi chi ha problemi di ipotiroidismo non dovrebbe abusarne, ad esempio mangiando il tofu tutti i giorni. Però abbinando le alghe, questo effetto viene bilanciato. L’avena invece potrebbe non essere adatta in caso contrario, cioè in caso di ipertiroidismo. Però né la soia, né l’avena sono i veri “cibi problematici” per la tiroide. Purtroppo i medici non ci dicono che i veri cibi “killer” della tiroide sono: un consumo eccessivo di cibo animale, un eccesso di glutine, soprattutto del grano, gli zuccheri raffinati, le farine. Seguendo un’alimentazione basata su cereali integrali in chicco, legumi, verdure, alghe in piccole quantità e condimenti speciali come miso, umeboshi, ecc, si può mantenere in salute la tiroide e spesso riportarla in equilibrio quando è in difficoltà.
Grazie, sei sempre molto puntuale nel rispondere.
Sabato prossimo ho invitato amici a cena; un paio di loro hanno problemi con la tiroide e volevo preparare un menù adeguato.
Buon fine settimana
Ciao Dealma. Devo proprio dire che le tue ricette sono molto semplici e sfiziose. Ma per quante persone sono indicativamente?
Grazie mille dell’aiuto
Ciao Manuela, dipende, ecco perchè non sempre lo indico. Per esempio, nel caso dei cereali, 150 g di cereale li considero per 2 persone, ma c’è chi li considera per una persona sola! Oppure se li abbini a molte verdure, possono bastare per 3. Sperimenta. 🙂
Ottimo!L’ho provato subito oggi a pranzo. Veloce e gustosissimo.Grazie mille Dealma!
Bene! Sono proprio contenta. 🙂
Il cavolo nero mi piace e lo cuocio con la farina di mais, ma non avevo mai pensato all’amaranto da solo, nel senso che lo uso solo nelle zuppe assieme agli altri cereali. Lo proverò e poi ti so dire…
Bene, allora aspetterò notizie. 🙂