Se non hai potuto partecipare alla mia mia conferenza al Soul Festival sabato 8 giugno, puoi leggerne il contenuto qui di seguito.

Non essendo stata registrata, ho pensato di dare comunque a tutti la possibilità di “partecipare” anche solo leggendo. 🙂

Ho scelto di spiegare come e perchè la macrobiotica può essere vegana e soprattutto come yanghizzare il cibo vegetale, per renderlo ancora più forte.

Buona lettura!

La macrobiotica non è vegana e nemmeno vegetariana, anche se alla base dell’alimentazione troviamo i cereali integrali e semi integrali (usati non solo in farina, ma anche in chicco), i legumi e le verdure.

Non è né vegana né vegetariana perché non ha un’impostazione ideologica, ma filosofica, attraverso il Principio unico Yin Yang.

La macrobiotica non è una dieta, ma uno strumento di comprensione dell’ordine universale e di come il cibo influenza tutto il nostro essere, il corpo, la mente, le emozioni e anche lo spirito.

E’ uno strumento che può essere applicato anche nella scelta del cibo, per capire da soli quale cibo ci rende forti, felici, pacifici, equilibrati e sani.

Oggi vi parlo di macrobiotica vegana perché è una mia scelta personale, quella di declinarla in versione vegana sia come mia scelta di vita, sia come scelta divulgativa.

Questa mia scelta è etica, come dovrebbe essere la scelta vegana, che nasce come scelta anti-specista, animalista e non violenta.

Oggi siamo abituati a sentir parlare di veganismo anche per motivi ambientali e salutisti, ma sono motivazioni moderne che si sono aggiunte successivamente, ma è bene ricordare, soprattutto alle nuove generazioni, che il veganismo nasce per motivi anti specisti il 30 settembre 1847 in Inghilterra), con la fondazione della Vegetarian Society, la più antica organizzazione vegetariana esistente al mondo.

La mia storia personale animalista e anti specista inizia invece negli anni 90′.

Avevo circa 15 anni, quando ho incontrato per strada un banchetto della Lav, la Lega Anti Vivisezione.

Quello è stato il momento in cui, per la prima volta, ho fatto il collegamento tra il cibo nel mio piatto e gli animali e da li non sono più potuta tornare indietro.

Sono diventata vegetariana e in pochi anni anche vegana.

Erano anni in cui non c’era internet e la scelta vegetariana o, peggio, vegana, era considerata folle.

Ad esempio, io ero l’unica in tutta la mia scuola ad aver fatto una scelta alimentare diversa.

E non avevo nessuna conoscenza, nessuna amicizia che avesse fatto scelte simili alle mie.

E come fonte di informazioni avevo solo i libri e la rivista Impronte della LAV.

Quindi erano tempi duri per i vegetariani e vegani!

Nel 2005 incontro la macrobiotica, che mi affascina con la sua visione energetica del cibo e ho iniziato a studiarla.

Dopo qualche anno di studio e sperimentazione personale, ho sentito il bisogno di iniziare a divulgarla, ma era impensabile per me, farlo suggerendo di mangiare animali.

Così o scelto di divulgarla in versione vegetale al 100% e dato che l’ho fatto per motivi etici, ho parlato di “macrobiotica vegana”.

Avevo trovato un modo per conciliare il mio desiderio di divulgare uno stile alimentare che ritenevo straordinario per ritrovare la salute (ero guarita da una malattia autoimmune!) e continuare a fare la mia piccola parte per cambiare il mondo.

I primi tempi temevo di “tradire” la macrobiotica classica e di allontanarmene troppo, declinandola in versione vegana, ma continuando a leggere libri di macrobiotica, ho scoperto, con mia grande sorpresa, che era il contrario, che addirittura mi stavo avvicinando di più alla macrobiotica originale del suo fondatore, Georges Ohsawa (pseudonimo di Yukikazu Sakurazawa).

Nei libri di Ohsawa si legge spesso l’invito a intraprendere il prima possibile una via vegetale.

Ohsawa non ci suggerisce la via vegetale per questioni etiche, ma spirituali, perché il cibo vegetale ha energie più leggere, più Yin; una vibrazione più sottile che ci aiuta ad essere più pacifici e felici, meno materialisti.

Il cibo animale è più Yang di quello vegetale, quindi ci rende più materialisti, più fisici, più pragmatici e meno propensi ad una visione spirituale della vita.

Secondo Ohsawa, il cibo vegetale ci accompagna in modo più armonico nel nostro percorso spirituale, nel nostro viaggio di ritorno verso l’infinito da cui siamo arrivati e che inizia nel momento stesso in cui si nasce.

Però, Ohsawa ci dice anche che questo cibo vegetale, essendo più Yin, dovrebbe essere ben yanghizzato, in modo da renderci anche forti, centrati, capaci di realizzare e concretizzare i sogni.

Perché un’alimentazione troppo Yin può produrre forme di debolezza, anche mentale ed emotiva, non solo fisica.

Per poter spiegare come yaghizzare il cibo vegetale, dobbiamo prima capire lo Yin e lo Yang nel mondo macrobiotico.

La macrobiotica affonda le sue radici nel taoismo, che spiega l’universo e tutte le sue manifestazioni attraverso la polarità, gli opposti, che chiama Yin e Yang. Il loro avvicendarsi crea la realtà che percepiamo.

Facciamo esperienza di questa polarità ogni istante della nostra vita e possiamo vedere queste energie ovunque: caldo-freddo, giorno-notte, maschio-femmina, bene-male, salute-malattia, destra-sinistra, fronte e retro, sopra-sopra sotto, sonno-veglia, battito cardiaco, respirazione, contrazione e rilassamento dei muscoli, ecc.

Ovunque vediamo questa “pulsazione”, una contrazione e un’espansione.

Se ne erano accorti in oriente migliaia di anni fa, semplicemente osservando la natura e ne hanno fatto una filosofia, il taoismo.

Ogni cosa in questo universo si contrae e si espande, ciclicamente.

Yin e Yang sono definizioni che ci permettono di fare ordine in questo mondo di opposti e di cambiamenti costanti.

L’energia universale, che è Una, si manifesta con questa oscillazione, questa pulsazione, con questo mutamento continuo di Yin che diventa Yang e viceversa. Basti pensare all’avvicendarsi del giorno e della notte.

Anticamente, è stata usata la metafora della montagna o collina, per spiegare questi concetti, per spiegare che l’energia è UNA, ma che si manifesta in questa realtà che viviamo, attraverso una polarità, i due versanti della montagna.

La montagna è una, ma ha due versanti.

Non può esistere l’uno senza l’altro, come non può esistere lo Yang senza lo Yin, sono i due lati di una moneta.

Quindi non esiste nulla di solo Yin o solo Yang, anche se parlando, per comodità finisce che ci esprimiamo proprio con “questo è Yang”, “questo è Yin”, ma è non è corretto.

Possiamo farlo per semplificare, lo faccio anch’io, ma dobbiamo avere la conoscenza approfondita che ci permette di sapere che è solo una semplificazione e che in ogni cosa possiamo trovare dello Yin e dello Yang.

La montagna avrà un lato illuminato e uno in ombra.

Si usa il termine Yin per indicare il lato in ombra di una montagna, mentre quello Yang per indicare il lato soleggiato.

Questo ci permette le prime osservazioni utili per capire meglio Yin-Yang e poterle poi applicare in cucina e nella comprensione di sintomi e malattie:

  • Il lato al sole è più luminoso, caldo e asciutto
  • Il alto all’ombra è più buio, freddo e umido.
  • Il lato illuminato e quello in ombra non sono fissi: questi ruoli si alternano ciclicamente.
  • Non ci sono connotazioni negative o positive in queste caratteristiche.

Quindi, ogni cosa che noi osserviamo avrà una componente Yin e una Yang, per forza.

E non sarà fissa, ma in mutamento.

E noi potremo solo osservare un dato momento del mutamento, fare una sorta di fotografia e valutare se in quel momento si esprime di più lo Yin e lo Yang.

Si parla quindi di tendenza Yin e Yang.

Resistiamo alla tentazione di mettere etichette assolute e fisse.

Abbiamo detto che il lato illuminato Yang è caldo e asciutto e quello buio Yin è fresco e umido.

Possiamo quindi aggiungere altre considerazioni:

  • Yin rinfresca
  • Yang riscalda

Sono le prime due cose importanti da capire, perché questo ci permette di fare la prima cosa fondamentale: adattare l’alimentazione al clima.

In inverno ci servono cibi più yanghizzanti, che creano una condizione interna di calore.

In estate il contrario, servono cibi più Yin, che creano una condizione interna di fresco.

Chi vive in un paese tropicale avrà bisogno di un’alimentazione un po’ più Yin, chi vive in un pese molto freddo, avrà bisogno di un’alimentazione un po’ più Yang.

La ricerca dell’equilibrio con l’ambiente in cui si vive è il promo passo per creare un corpo forte ed equilibrato e rispettare l’ordine della Natura.

Ogni essere vivente su questo pianeta, animale o vegetale, cerca costantemente l’equilibrio con l’ambiente, perchè è la base della sopravvivenza.

Se fuori fa freddo, dentro devo portare calore e viceversa.

E’ talmente semplice da sembrare ovvio, eppure la maggior parte delle persone mangia anche in autunno e in inverno le verdure estive.

Quanti di voi mangiano pomodori, zucchine, fagiolini, peperoni, melanzane e cetrioli anche nella stagione fredda?

Queste piante crescono spontaneamente solo in estate perchè hanno bisogno di calore.

Infatti per coltivarle nella stagione fredda serve una serra riscaldata.

Crescendo al caldo, la loro risposta di equilibrio all’ambiente caldo è quella di portare dentro il fresco (Yin).

Non è un caso che gli ortaggi e i frutti più acquosi siano soprattutto quelli primaverili ed estivi.

Quell’energia rinfrescante che una pianta di zucchina o di pomodoro accumula, verrà poi veicolata nel nostro corpo quando mangiamo parti di quella pianta (ad esempio la zucchina) e avere l’effetto di rinfrescarci.

Se mangiamo questa zucchina quando fa caldo, l’effetto sarà positivo, perchè anche noi potremo adattarci al caldo e creare equilibrio: fuori caldo-dentro fresco.

Ma se mangiamo la zucchina quando fuori fa freddo, siamo nei guai, perchè stiamo portando dentro freddo in un momento in cui dobbiamo accumulare calore.

La stessa situazione si presenta anche se consumiamo frutta tropicale, soprattutto in inverno.

L’effetto della frutta tropicale e semi tropicale è ancora più Yin, crescendo in un ambiente particolarmente caldo.

Se non rispettiamo le leggi universali, possono esserci delle conseguenze, ad esempio il corpo cercherà di risolvere lo squilibrio buttando fuori il freddo sotto forma di muco, ed ecco il raffreddore!

O peggio problemi come sinusiti, otiti, tosse, ecc.

Questo eccesso di Yin, di energia raffreddante, può manifestarsi anche con forme di debolezza: stanchezza, debolezza digestiva o assimilativa, debolezza del sistema immunitario o dei tessuti (vene varicose o ernie, ad esempio).

Anche un eccesso di yang non è benefico, può creare troppo calore (non potremo fare a meno dell’aria condizionata d’estate ad esempio) e fenomeni di contrazione, indurimento (mal di schiena ad esempio) e accumulo (ad esempio cisti o fibromi).

Per stare bene, a livello fisico, mentale, emotivo e spirituale abbiamo bisogno di entrambi gli effetti dell’energia Yin e Yang, un po’ di più dell’uno o dell’altro in base alla stagione, ma abbiamo bisogno che questi effetti siano mediamente blandi, perché il troppo stroppia.

Yin e Yang possono quindi avere intensità diverse ed è li che si gioca la partita della ricerca dell’equilibrio.

È quello l’aspetto più importante, quello che poi incide sulla nostra salute.

Quali sono i cibi con energie molto intense, da usare di rado o comunque con consapevolezza?

  • Cibi con energia Yang molto intensa: salumi, uova, carne rossa, carne bianca, formaggi stagionati, troppo sale, prodotti da forno (pizza, biscotti, crackers, fette biscottate, grissini, ecc.) e in misura minore il pesce (un po’ più yang quello a carne rossa, un po’ meno quello a carne bianca).
  • Cibi con energia Yin molto intensa: alcol, gelati (anche vegetali!), zuccheri raffinati, latte (anche vegetale), yogurt (anche vegetale), formaggi freschi (anche vegetali), frutta tropicale.

Quali sono i cibi “equilibrati “con energie Yin e Yang leggere?

  • Cereali, legumi, verdure di stagione

Con la conoscenza Yin-Yang abbiamo la possibilità di rendere il corpo forte o debole, di creare un sangue forte o debole.

E’ necessario conoscere la cosiddetta “bussola Yin-Yang” per rendere equilibrata energeticamente un’alimentazione interamente vegetale, per poter creare un corpo e una mente forti ed emozioni equilibrate.

Questi aspetti energetici sono particolarmente importanti quando si mangia solo vegetale, perchè un’alimentazione interamente vegetale può essere troppo yin, soprattutto per alcune persone dalla costituzione yin o che hanno creato negli anni una condizione Yin.

Attenzione, non mi riferisco agli aspetti nutrizionali, ma solo a quelli energetici.

Perché se ben bilanciata, rispettando il bisogno calorico, la dieta vegana è assolutamente equilibrata e sana, tanto he persino l’OMS ha dovuto dichiararlo.

Vediamo ora come yanghizzare l’alimentazione vegetale e fare quindi quello che ci suggerisce Ohsawa: prendere una via vegetale il prima possibile, ma renderla forte energeticamente.

In questo modo potremo beneficiare dell’energia Yin del mondo vegetale che ci rende più spirituali, più empatici, più pacifici e ci accompagna nel nostro ritorno all’infinito in modo più armonico, ma anche dell’elemento Yang che ci rende forti, che crea un corpo forte e resistente, ma che ci rende anche organizzati, pragmatici, efficienti, centrati.

Come yanghizzare l’alimentazione vegetale:

• Innanzi tutto, creare una base quotidiana di cereali sotto forma di chicco integrali e semi integrali, da alternare alla versione in fiocchi e farine, ma sempre integrali e semi integrali.

• A cui aggiungere sempre la verdura e un legume (che sia in seme o sotto forma di tofu o tempeh o di farine)

• Verdura: cotta e cruda, ma in base alla stagione si modula la proporzione

• Evitare o ridurre i cibi troppo Yin (zucchero, alcol, tropicale, yogurt di soia, gelato, ecc.)

•  Attenzione anche a non consumare troppa frutta cruda nella stagione fredda

• E anche troppa verdura cruda (si possono sostituire con le verdure pressate!)

• Cuocere il tofu

• Cuocere le bevande vegetali (non basta scaldare, bisogna farle bollire almeno 5 minuti)

• Usare spesso cereali riscaldanti nella stagione fredda (avena, grano saraceno)

• Usare spesso cotture “Yang” in inverno (forno, stufare; anche friggere ogni tanto, soprattutto come tempura)

• Usare spesso nella stagione fredda le “doppie cotture” (crocchette, polpette, sformati, ecc)

• Utilizzare ogni giorno le radici, soprattutto ben cotte (la carota ad esempio!)

• Utilizzare ogni giorno piccole quantità di alghe marine, per creare sangue forte e ossa forti

• Utilizzare ogni giorno piccole quantità di verdure fermentate in salamoia (i cosiddetti “insalatini”)

• Utilizzare in modo sapiente il sale (sale marino integrale in cottura + condimenti giapponesi salati: miso, shoyu o tamari, acidulato di umeboshi, Gomasio)

Se non conosci i condimenti speciali salati, qui trovi i miei approfondimenti:

Un aspetto importante su cui riflettere è che essere vegano dice più che altro ciò che non si mangia, ma lascia campo libero a ciò che si mangia e spesso molti vegani che non hanno approfondito abbastanza il tema dell’alimentazione, mangiano molto male.

Io credo che non basti limitarsi a non mangiare animali e derivati, credo che si debba anche coltivare un corpo forte, una mente forte, perché ci renderà più adatti a cambiare il mondo.

E quindi attenzione a non abusare di:

  • cibo industriale per vegani (affettati vegetali, burger di soia, formaggi vegetali, seitan, ecc.)
  • zucchero
  • alcol
  • caffè
  • cioccolato
  • farine raffinate
  • edulcoranti

Se vuoi essere forte devi mangiare cibo forte.

Oggi molte persone pensano che il cibo forte sia quello animale, ma quello è un cibo che crea tensione e indurimento, non forza.

Il cibo vegetale, usato con la saggezza yin-yang, quello si che è forte!

E in questo modo potremo forse realizzare il sogno di Ohsawa, di un mondo pacifico, abitato da persone forti, equilibrate, felici e spiritualmente consapevoli.

Per concludere:

Non è in discussione che il corpo umano sia in grado di mangiare cibo animale, è un fatto che possa farlo, perché è adattabile.

Del resto sono millenni che l’essere umano mangia quello che c’è nell’ambiente, cibo vegetale e cibo animale.

Non vi fate risucchiare in discussioni infinite sui social su chi dice che l’uomo nasce carnivoro e chi dice che nasce frugivoro. E’ inutile.

La spinta dovrebbe essere l’empatia, che ci porta ad una visione anti-specista e da li alla scelta vegana.

Noi che viviamo in questa parte di mondo “fortunata” che può scegliere il cibo, abbiamo il privilegio di affrancarci dalla legge naturale che gli altri animali sono costretti a seguire per sopravvivere, possiamo scegliere di non uccidere per nutrirci, di non produrre sofferenza negli animali.

Perché l’intossicazione che il cibo animale porta nel nostro corpo può essere smaltita, ma l’informazione di dolore e violenza che porta nella nostra anima no.

Possiamo ignorarla, possiamo non accorgercene, ma arriva.

E nella storia umana moltissimi scrittori e filosofi lo hanno capito.

Tolstoy, dopo essere diventato vegetariano scrive che uccidere gli animali sopprime l’empatia innata dell’animo umano.

Secondo Pitagora (500 a.C.) ed Empedocle (400 a.C.), c’è un soffio che pervade l’intero universo, che ci rende un’unica cosa con gli animali, per cui se li uccidiamo commettiamo un’ingiustizia al pari dell’uccidere i nostri simili.

Pitagora aborriva il consumo di animali e insisteva affinchè soprattutto chi amministrava la legge e la giustizia si astenesse dal mangiarli, perché avrebbe commesso una grave ingiustizia e quindi non sarebbe più stato di esempio.

Pitagora proibiva di usare gli animali nei sacrifici agli dei.

E come lui anche Eraclito non capiva come si poteva purificarsi con il sangue macchiandosi con altro sangue.

Zarathustra scriveva che chi semina il grano semina giustizia.

Teofrasto (300 a.C.), affronta il tema della pietà e della giustizia, anche contro l’uccisione degli animali, sia nell’esercizio dei riti religiosi che per cibarsene.

Scrive persino il libro “Della Pietà”, proprio su questa tematica.

Scrive Teofrasto:

“Se qualcuno sostenesse che, non diversamente dai frutti della terra, il dio ci ha dato anche gli animali per il nostro uso, gli risponderei che, sacrificando esseri viventi, si commette contro di loro un’ingiustizia, perché si fa rapina della loro vita”

Addirittura, secondo Teofrasto la giustizia umana dovrebbe essere estesa agli animali e che dovrebbe esistere una sola forma di diritto per uomini e animali.

Anche Leonardo da Vinci era giunto alla stessa conclusone scrivendo: “Verrà un tempo in cui considereremo l’uccisione di un animale allo stesso modo in cui consideriamo oggi quella di un uomo”.

Anche Plutarco scrive di queste tematiche, ad esempio nel libro “Sul mangiar carne”.

Scrive Plutarco:

Tu chiedi per quale ragione Pitagora si astenesse dal mangiar carne; io invece, mi chiedo, stupito, con quale sentimento, con quale stato d’animo o in base a quale ragionamento, il primo uomo abbia toccato con la bocca ciò che era frutto di un assassinio, abbia accostato alle labbra la carne di un animale morto e, poste dinnanzi a sé tavole di corpi morti e corrotti, abbia chiamato pietanze e nutrimento quelle parti che poco prima muggivano, emettevano voci, si muovevano, vedevano il mondo.

(Per chi vuole approfondire questa tematica, consiglio il libro di Gino Ditadi, edito da edizioni Agire ora, “I filosofi e gli animali”).

Il pensiero etico e anti-specista è un pensiero antico, non è un pensiero moderno come molti pensano.

E ha attraversato tutta la storia umana emergendo attraverso tantissimi autori, filosofi e scrittori: Pitagora, Empedocle, Teofrasto, Plutarco, Buddha, Publio Ovidio Nasone, Platone, Leonardo da Vinci, Tommaso d’Aquino, Michelangelo Buonarroti, Henry David Thoreau, Friedrich W. Nietzsche, Albert Schweitzer, George Bernard Shaw, Albert Einstein, Thomas Edison, Schopenhauer, Gandhi, Erasmo Da Rotterdam, Marguerite Yourcenar, Rousseau, Milan Kundera, Lev Tolstoy, Mary Shelley, Tiziano Terzani e tanti altri.

Credo che la motivazione per la scelta vegana debba rimanere quella originale: etica e anti-specista.

Le altre motivazioni sono per me in aggiunta: ambientale, salutista, spirituale.

Per rispondere alla domanda inziale, se la macrobiotica possa essere vegana, direi proprio di si!

Sicuramente può essere vegetale, anzi lo stesso Ohsawa ci invita a mangiare interamente vegetale, ma possiamo utilizzare anche il termine vegana, se per noi c’è anche una motivazione etica.

La macrobiotica vegana ci permette di rendere questa scelta più forte ed equilibrata, creando esseri umani falici, pacifici e liberi.

Voglio ringraziare tutte le persone che hanno partecipato alla conferenza, sopportando il caldo torrido di quel giorno e i miei follower della zona che sono venuti a salutarmi.

E’ sempre una grande gioia e soddisfazione conoscervi di persona!

Grazie anche al Soul festival, in particolare a Claudia Brotto, per per avermi invitata.

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2 Commento

  • Pubblicato 12 Giugno 2024 07:14 Olimpia 0Likes

    Grazie Dealma! Bellissimo articolo! Splendida e chiara spiegazione! Come sempre e da sempre mi aiuti a illuminare il mio cammino verso questo mondo meraviglioso della macrobiotica!

    Grazie per la condivisione 🫶

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