Perchè mangiare le alghe?

Le alghe fanno parte della tradizione di tutti i popoli costieri del pianeta, compresa l’Italia, che è un paese quasi interamente affacciato sul mare.

Ma come molte tradizioni legate al cibo, anche questa l’abbiamo dimenticata. Certo, sono tradizioni delle popolazioni che vivono sul mare, non di quelle che vivono all’interno.

Però pensa che ancora oggi al sud si raccoglie la lattuga di mare per fare le zeppole, frittelle a base di alghe. Greci e Romani le usavano abitualmente.

Ma al di là di tradizioni o meno, che sono anche relative, perché dipende sempre dal periodo in cui scegliamo di farle partire, le alghe sono un cibo così speciale che ha davvero senso inserirle regolarmente nell’alimentazione.

Mi riferisco soprattutto alle alghe marine che possiamo usare in cucina così come sono, raccolte ed essiccate, oppure trasformate in alcuni casi (nori e agar agar).

Le alghe sono le piante più antiche comparse sul pianeta.

Sono state le prime a realizzare la fotosintesi e produrre ossigeno, cambiando le condizioni del pianeta e creando i presupposti per la vita che conosciamo oggi. E sono le antenate delle piante terrestri.

Mangiare alghe ci riporta indietro nel tempo, ci riconnette con le nostre origini marine.

Le alghe ridanno vita al “mare” che ci portiamo dentro, il nostro sangue, un liquido salino che somiglia alla composizione minerale degli oceani profondi.

La vita nata in mare ha dovuto creare cellule capaci di adattarsi all’ambiente salino dell’oceano e quando i nostri antenati hanno lasciato il mare per avventurarsi sulla terra, hanno portato con sé quelle strategie di adattamento, sotto forma di liquidi in cui sono immerse le cellule e più tardi il sangue.

Il sangue umano e l’acqua di mare hanno una composizione chimica simile, perché sono presenti i 92 elementi della tavola di Mendeleev.

Mangiare alghe ci regala quell’energia primordiale che ci dà forza e salute. Ci regala quei sali minerali che ci radicano alla terra, dandoci radici profonde per innalzarci verso l’alto.

Esistono alghe unicellulari e pluricellulari, macro-alghe e micro-alghe, alghe marine e alghe di acqua dolce.

Ci sono macro alghe che sono considerate i vegetali più grandi al mondo, arrivando a centinaia di metri di lunghezza e poi sono le micro alghe, alcune fatte di una sola cellula.

Conosciamo 2500 specie di alghe, brune, verdi, rosse, i cui colori diversi dipendono dalla profondità a cui crescono.

Nessuna alga di quelle conosciute è considerata velenosa, ma solo alcune alghe sono autorizzate per il consumo umano.

Se pensi di non aver mai mangiato alghe perché non le hai mai cucinate, ti sbagli, perché le alghe sono ormai onnipresenti nell’industria alimentare.

I polisaccaridi derivati dalle alghe si usano nei gelati, nei latticini, nelle zuppe, negli insaccati, nei budini e persino nei dentifrici.

Usiamole però consapevolmente in cucina!

(Libro da cui ho preso una parte delle informazioni: “Alghe. Utilizzo terapeutico e consigli alimentari”. Clara Cestellotti)

Proprietà delle alghe marine:

Innanzi tutto sono una vera miniera di sostanze benefiche: ricchissime di sali minerali (nessun ortaggio terrestre può competere), di vitamine, di fibre, di grassi polinsaturi (alcuni già sotto forma di DHA e EPA), di clorofilla.

Ma non solo, contengono moltissimi fitocomposti attivi su molti fronti:

☯ fluidificano il sangue (effetto antitrombotico)
☯ regolarizzano la pressione
☯ modulano il sistema immunitario
☯ rimineralizzano
☯ rinforzano
☯ aiutano a dimagrire
☯ chelano i metalli pesanti
☯ hanno effetto decontaminante dalla radioattività
☯ aiutano a fissare il calcio nei tessuti
☯ rendono più elastici i tessuti (soprattutto quelli dei vasi sanguigni)
☯ alcalinizzano
☯ disinfiammano
☯ proteggono dalla crescita tumorale
☯ regolarizzano la glicemia
☯ regolarizzano il colesterolo
☯ hanno effetto emolliente sull’intestino
☯ hanno effetto antiossidante
☯ contengono anti virali e anti batterici
☯ favoriscono la salute della pelle, delle unghie e dei capelli
☯ regalano salute e longevità

 

A proposito di longevità:

Gli abitanti di Okinawa sono oggetto di studio da decenni per la loro particolare salute e longevità, con un tasso di mortalità per cancro molto basso.

Sembra che dipenda non solo dalla loro alimentazione a base di riso, verdure, legumi e pesce, ma soprattutto dall’uso quotidiano e abbondante di alghe brune, in particolare kombu e wakame, ricchissime di fucoidani.

Controindicazioni: le alghe marine hanno lo iodio. Quindi ci possono essere condizioni particolari in cui non sono adatte.
In questo caso possiamo usare le alghe di acqua dolce (clorella, klamat, spirulina).

Le indicazioni di utilizzo in campo macrobiotico sono comunque differenti da quelle in campo medico e nutrizionale.

Una domanda che mi viene posta spesso: i mari sono inquinati, quindi sono contaminate?

Tutto su questo pianeta è ormai contaminato dall’uomo, ogni cibo che mangiamo, che sia cresciuto sulla terra o nel mare.

C’è però una differenza importante: le alghe contengono sostanze che ci aiutano ad eliminare gli intossicanti, persino i metalli pesanti e la radioattività.

E Fukushima?

E’ bene sapere che alcuni tipi di alghe si raccolgono anche nell’Atlantico, come ad esempio la kombu e la wakame.

Ma ricordate sempre che gli alginati delle alghe si legano agli ioni radioattivi, permettendo al corpo di eliminarli (c’è una letteratura scientifica da consultare su PubMed su questo argomento).

Quali alghe si usano principalmente nella cucina macrobiotica?

Kombu, Wakame, Nori, Arame, Hijziki, Agar Agar (un derivato delle alghe).

Ne esistono altre ovviamente!

Come si usano?

Kombu: utilizzata qui in occidente soprattutto nella cottura dei legumi, per renderli più digeribili, soprattutto per gli intestini delicati. Ottima anche per insaporire brodi e minestre. Nella cucina macrobiotica si usa anche per condimenti particolari e ricette speciali, come Nishime. In Giappone si usa anche fritta!

Wakame: è la tipica alga per le zuppe e le minestre. Immancabile nella famosa zuppa di miso, possiamo aggiungerla a qualsiasi minestrone, passato di verdura, zuppa, ecc.

Nori: é l’alga famosa per il sushi e i maki, ma possiamo aggiungerla alle minestre, usarla in fiocchi a crudo dove preferiamo e mangiarla come snack (tostandola prima sulla fiamma del gas).

Arame: nella macrobiotica si usa spesso stufata con le verdure, ma è ottima anche sotto forma di patè.

Hijizi: simile all’arame nel suo utilizzo. Si mangia però meno frequentemente, non più di una volta a settimana.

Agar agar: ottimo gelificante vegetale, che si può usare sia per preparazioni dolci sia salate. Perfetto per ottenere consistenze di vario tipo: budini, creme, mousse, gelatine, kanten. Ottimo anche per sformati di legumi e di verdure.

Qui trovi gli altri articoli sulle alghe:

Dove comprare le alghe?

Nei negozi del naturale, in alcuni supermercati, sul web.

Io le compro qui:

Alga Kombu
Alga marina Laminaria sp.

Voto medio su 8 recensioni: Da non perdere

Alga Wakame
Alghe marine e biologiche

Voto medio su 6 recensioni: Da non perdere

Alga Nori per Sushi
Alghe Marine Disidratate

Voto medio su 94 recensioni: Da non perdere

Alghe Marine - Aarame
Aroma delicato e leggermente speziato

Voto medio su 15 recensioni: Da non perdere

Alghe Marine Hijiki Essiccate
Selvatiche, seccate all’aria

Voto medio su 25 recensioni: Da non perdere

Alga Agar in Polvere
Versione in Polvere – 50 gr

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2 Commento

  • Pubblicato 12 Febbraio 2024 08:47 nic 0Likes

    ciao Dealma, ti seguo dal blog e ho anche comprato il tuo ricettario, complimenti perché dai sempre informazioni molto chiare e utili. scrivo perché avevo un dubbio che forse puoi chiarirmi. nel libro la dieta macrobiotica di oshawa edizione astrolabio del 1968 vengono citate le alghe “Isigue” (che dice essere le più yang) può essere che si rifirisse alle alghe hijiki? nella stessa pagina in ricette precedenti parlava di alghe hiziki.
    grazie mille

    • Pubblicato 12 Febbraio 2024 09:32 Dealma Franceschetti 0Likes

      Ciao Nic, è possibile si, ma non so dirtelo. Spesso nei libri di Ohsawa in italiano ci sono errori di traduzione. Bisognerebbe leggerli dal francese in cui li ha scritti. A volte invece ci sono ingredienti che oggi non sono più in commercio. Insomma non è semplice. 🙂

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